Via Spluga da Chiavenna (IT) a Thusis (CH) attraverso il Passo dello Spluga (Lombardia/Italia-Canton Grigioni/Svizzera)
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L’idea di percorrere la Via Spluga mi è venuta in seguito a due esperienze molto interessanti, ma assai diverse tra loro: il percorso del Sentiero del Viandante e la riscoperta della Valle Spluga. Camminare lungo il Sentiero del Viandante ha fatto nascere in me la curiosità per gli itinerari storici che seguono gli antichi percorsi attraverso cui i nostri antenati si sono mossi lungo le pianure e in mezzo alle montagne. E’ un’esperienza che unisce il piacere di muoversi nella natura (purtroppo non sempre incontaminata) a quello di avvicinare molte testimonianze della cultura (chiese, castelli, fortificazioni, ville, palazzi, strade, ponti), magari “minori” ma comunque ricche di suggestione e di interesse. Riscoprire la Valle Spluga è stata un’esperienza più recente: naturalmente la conoscevo, ma per molto tempo l’avevo frequentata solo saltuariamente. Negli ultimi due anni, invece, ci sono stato molte volte e così, quasi spontaneamente, è nato in me il desiderio di percorrerla tutta a piedi, seguendo appunto il tracciato della Via Spluga.
Ho percorso questo itinerario tra l’estate e l’autunno del 2012, effettuando le diverse tappe in tempi diversi (come avevo fatto per il Sentiero del Viandante). Non è sicuramente il sistema migliore, perché si perde la dimensione del viaggio, con la sua durata, le sue soste, la sua fatica, il piacere di starsene tra le montagne anche alla sera. Rimandando a un altro momento della mia vita il sapore di questa esperienza, ho approfittato del fatto che la Via Spluga si svolge lungo due valli percorse da un’ottima rete stradale lungo la quale si muovono efficienti servizi di trasporto pubblico. E’ stata comunque una bella esperienza: ripercorrere a piedi valli che avevo sempre attraversato solo in macchina mi ha fatto scoprire quanta bellezza ci sia anche “in basso” e non solo tra le cime. Opere dell’uomo e fenomeni della natura si intrecciano continuamente lungo l’itinerario: percorrere la Via Spluga non è solo una gran bella camminata, ma anche un’interessante avventura della conoscenza.
Un'ultima cosa: metto sul sito questa relazione anche con la speranza di favorire la percorrenza della Via Spluga da parte degli escursionisti italiani: ne ho incontrati davvero pochissimi. Mi sono invece imbattuto in tanti escursionisti di lingua tedesca, a gruppi, a coppie, solitari. Diversi abbastanza avanti con gli anni e, fatto significativo, molti erano donne. |
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UN PO’ DI STORIA Posto quasi esattamente al centro dell'arco alpino, il Passo dello Spluga (2115 m) ha svolto un ruolo centrale nella storia degli spostamenti e dei traffici tra i due versanti delle Alpi, anche perché si trova sulla linea di collegamento più diretta tra la Germania meridionale e l'Italia del Nord. La presenza umana nella zona del passo è attestata già in epoca preistorica: gli scavi archeologici in corso dal 1986 al Pian dei Cavalli (in Val San Giacomo) hanno dimostrato che già 10.000 anni fa, nella stagione estiva, salivano quassù (oltre i 2000 metri di quota) cacciatori nomadi in cerca delle loro prede: cervi, camosci, marmotte. Si potrebbe ipotizzare che essi si recassero anche a Nord del passo, ma le tracce di questo possibile passaggio non sono state ancora trovate.
Il transito attraverso lo Spluga diviene un fatto storicamente certo in epoca romana. Al tempo dell'imperatore Augusto, tra il 16 e il 7 avanti Cristo, i Romani conquistarono la Rezia, aprendosi la strada per l'invasione della Germania meridionale. Lo Spluga diventava così (insieme ai vicini passi del San Bernardino e del Settimo) un importante punto di passaggio verso le regioni appena conquistate. Da Como, percorrendo la sponda occidentale del Lario lungo la Strada Regina, si raggiungeva Chiavenna. Lungo la Val San Giacomo saliva una strada carreggiabile che, probabilmente, arrivava fino a dove oggi si trova l'abitato di Campodolcino; da qui le merci dovevano essere trasportate su bestie da soma o su piccoli carri. Per raggiungere il Passo dello Spluga erano forse già allora possibili due itinerari: quello che passava lungo il fondovalle e quello che si teneva più a monte, sulla sinistra idrografica della valle, percorrendo la dorsale degli Andossi. Valicato il passo, il tracciato scendeva a raggiungere la valle del Reno Posteriore che seguiva fino Coira (capitale della Rezia) attraverso il difficile passaggio della Viamala.
Dopo la caduta dell'Impero romano e la fase di crisi che caratterizzò il primo Medioevo, il Passo dello Spluga (come il non lontano San Bernardino) ritrovò la sua importanza con la ripresa dei traffici commerciali e la via che lo attraversava venne costantemente migliorata. Nel 1473 fu sistemato il percorso che attraversava la profonda forra della Viamala e nel 1643 fu realizzata la nuova strada delle Gole del Cardinello (abbandonata solo nel XIX secolo). Il traffico si fece intenso e variegata la tipologia delle merci: cereali, riso, sale, latticini, vino, pelli, cuoio, tessuti, argenteria, armi, armature, spezie).
In questo contesto divenne fondamentale l'organizzazione dei Porti, termine con cui si definiscono le corporazioni di contadini-someggiatori che, a partire dal XIV secolo, detenevano il monopolio dei trasporti e badavano alla manutenzione della strada e dei ponti. Ogni porto aveva il suo tratto di competenza e prendeva le merci in consegna portandole da sosta a sosta (le soste erano magazzini dove le merci sostavano per la notte). Il sistema era forse un po' complesso (da Coira a Chiavenna le merci venivano trasbordate cinque volte), ma costituiva la principale fonte di reddito per gli abitanti delle vallate percorse dalla strada.
Questo sistema fu messo in crisi solamente nel XIX secolo, quando vennero costruite le moderne carrozzabili del San Bernardino e dello Spluga (1818-1823). La strada del San Bernardino fu realizzata a spese del Cantone dei Grigioni e del Regno di Sardegna; quella dello Spluga fu finanziata anche sul tratto svizzero dal Regno Lombardo-Veneto (che faceva parte dell'Impero asburgico) in quanto gli austriaci temevano che il passo perdesse il suo ruolo nei traffici commerciali. Il progetto dell'ingegner Carlo Donegani (1775-1845) introduceva alcune importanti novità: sul versante svizzero si teneva sulla destra idrografica della valle che scende a Splügen, sul versante italiano abbandonava definitivamente le Gole del Cardinello, scegliendo un percorso più comodo. Dopo Campodolcino la strada si teneva sul fondovalle per poi salire a Pianazzo e raggiungere Montespluga percorrendo il fianco occidentale degli Andossi. Nel 1834 una devastante alluvione distrusse il tratto sul fondovalle costringendo l'ingegner Donegani a rivedere il tracciato della strada, che fu arditamente progettato lungo il ripido sperone roccioso del Sengio, sotto Pianazzo. La nuova strada, ancora oggi percorribile in auto, fu aperta al traffico nel 1838.
La costruzione della carrozzabile diede inizio a un'impetuosa crescita del traffico commerciale attraverso lo Spluga; aumentò via via il numero dei carri e delle carrozze che valicavano il passo trasportando merci e persone. Di questa nuova situazione trassero profitto soprattutto gli spedizionieri di Coira e di Chiavenna, mentre i someggiatori organizzati nei Porti videro inesorabilmente diventare superfluo il loro modo di lavorare e la loro attività, dopo quasi cinquecento anni, finì per scomparire. Ma di lì a qualche decennio anche l'importanza commerciale della strada dello Spluga sarebbe crollata: l'apertura delle ferrovie alpine, con le gallerie del Brennero (1867), del Moncenisio (1872) e del Gottardo (1882), provocò la quasi totale scomparsa dei traffici sullo Spluga che, dopo la Seconda guerra mondiale, cesserà anche di essere mantenuto aperto durante la stagione invernale.
Lo Spluga non fu importante solo dal punto di vista commerciale; migliaia di persone hanno valicato il passo affascinate dalla bellezza degli ambienti attraversati dal lungo itinerario tra Svizzera e Italia. Tra loro ci sono personaggi famosi: Erasmo da Rotterdam (1509), Johann Wolfgang Goethe (1788), William Turner (1843), Hans Christian Andersen (1852 e 1873), Robert Browning (1878), Friedrich Nietzsche (1872), Michail Bakunin (1874), Jacob Burckhardt (1878), Henry James, Giosuè Carducci (che tra il 1888 e il 1905 trascorse l’estate a Madesimo), Albert Einstein (1901) e molti altri.
L’attrazione turistica del passo e della strada che lo valica non è certo terminata con la fine dei traffici commerciali, ma l’idea di creare un itinerario escursionistico-storico-culturale (la Via Spluga, appunto) che seguisse l’antico itinerario di attraversamento del valico è piuttosto recente. E’ nata nel corso degli incontri tra la Regioviamala (CH) e la Comunità Montana della Valchiavenna (IT), iniziati nel 1995 nell’ambito del progetto europeo Interreg II. Questa collaborazione ha portato a elaborare progetti di sviluppo economico e culturale: tra questi c’è anche la Via Spluga che, unendo Thusis e Chiavenna, attraversa le valli del Reno Posteriore (Schams, Avers e Rheinwald) e la Val San Giacomo (o Valle Spluga). La realizzazione del progetto si è avvalsa degli studi dell’IVS (Inventario delle vie di comunicazione storiche della Svizzera), istituito nel 1984 dal governo elvetico per fornire ai cantoni e ai comuni uno strumento di pianificazione territoriale che consentisse di tutelare le vie di comunicazione storiche e gli elementi che le accompagnano (ponti, pietre miliari, cappelle, crocifissi, osterie, ecc.). Dopo alcuni anni di lavoro per sistemare sentieri e stradine e per collocare la segnaletica verticale e orizzontale, la Via Spluga è diventata una realtà nel luglio 2001. Il lavoro sul terreno è stato accompagnato dalla pubblicazione di una guida escursionistica ricca anche di informazioni storiche e culturali e di una bella cartina (1:50.000) che si basa sulle notoriamente precise carte nazionali svizzere.
NOTA 1. Ho elaborato questo testo in base alle informazioni ricavate dalla guida di Kurt Wanner, dal sito viestoriche.net e dai pannelli illustrativi che si trovano nella galleria del Passo dello Spluga sul versante svizzero (vedi bibliografia). |
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L’ITINERARIO E LE TAPPE
La Via Spluga ha una lunghezza complessiva di circa 65 km; o meglio, se si vuole essere più precisi, di 62 km se si segue il percorso “classico” e di 65 km se, nel tratto fra Zillis e Thusis, si percorre la variante della Veia Traversina. Il percorso segue buoni sentieri, mulattiere e stradine, per cui le difficoltà vanno da T (turistico) a E (escursionistico). Il tratto che supera la Gola del Cardinello, pur svolgendosi su un tracciato piuttosto largo, richiede attenzione per via dell’esposizione, specie se il terreno è umido o scivoloso. Un discorso simile vale anche per la variante della Veia (Via) Traversina, lungo la quale si trovano diversi tratti su terreno abbastanza ripido. Per il resto, nella relazione ho evidenziato gli eventuali brevi passaggi che richiedono attenzione (tutti comunque protetti o attrezzati con catena corrimano).
Segnaletica: lungo il percorso sono presenti i cartelli marroni con la scritta "Via Spluga" e il suo simbolo, ma anche dei cartelli gialli con un adesivo su cui è scritto in piccolo "Via Spluga" e in grande il numero 50. Nel solo tratto italiano si trovano talvolta anche dei cartelli più vecchi della Comunità Montana Val Chiavenna con la scritta "Percorso storico di valle - Strada dello Spluga". Nel tratto italiano i segnavia sono dei rettangoli gialli. In Svizzera sono invece costituiti da bandierine a strisce bianche-rosse-bianche. |
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Tradizionalmente la Via Spluga è presentata e descritta da Thusis a Chiavenna, cioè da Nord a Sud. In questa relazione ho seguito invece la direzione contraria, da Chiavenna a Thusis. E’ la direzione in cui io ho percorso le tappe: mi è venuto naturale, sia perché ho pensato questa camminata come una prosecuzione del Sentiero del Viandante, sia perché mi sono messo nei panni di un viaggiatore italiano che vuole andare a Nord delle Alpi. Questa soluzione non comporta alcun problema di orientamento perché la segnaletica è bidirezionale lungo tutto il percorso. Ci sono però un paio di conseguenze che riguardano la tappa iniziale, da Chiavenna a Isola. La prima è che in questo modo si deve affrontare in salita, invece che in discesa, il tratto dell’itinerario più lungo e con il maggiore dislivello. La seconda è logistica: bisognerà ragionare un po’ a tavolino per far coincidere gli orari di apertura del Museo della Via Spluga e della Val San Giacomo con quelli della camminata (a meno di non rinunciare – ma sarebbe un peccato – alla visita del museo).
Ho diviso l’itinerario in quattro tappe, che corrispondono a quelle indicate anche nel depliant ufficiale del sentiero: Chiavenna-Isola, Isola-Splügen, Splügen-Zillis, Zillis-Thusis. La terza e la quarta tappa potrebbero essere divise anche diversamente (Splügen-Andeer, Andeer-Thusis), ma per questo rinvio alla descrizione dei singoli tratti. Lo stesso vale per le indicazioni “tecniche”: lunghezza, dislivello, tempi di percorrenza. Al termine della descrizione di ogni tappa ho anche inserito alcune informazioni riguardanti le modalità di visita dei principali punti di interesse artistico, culturale o naturalistico che si incontrano lungo il percorso. Sono dati riferiti al 2012: sui siti indicati al termine di questa pagina si potranno trovare le notizie aggiornate.
PRIMA TAPPA: da Chiavenna a Isola SECONDA TAPPA: da Isola a Splügen TERZA TAPPA: da Splügen a Zillis QUARTA TAPPA: da Zillis a Thusis
Organizzazione logistica (pernottamenti e trasporti): svolgendosi lungo il fondovalle e toccando diversi paesi, la Via Spluga non è un itinerario “da rifugio a rifugio”; i pernottamenti avvengono dunque nelle classiche strutture ricettive turistiche (locande, alberghi, hotel). Il Consorzio per la Promozione Turistica della Valchiavenna propone annualmente dei pacchetti che comprendono 5 pernottamenti, ingressi, trasporto dei bagagli da hotel a hotel e documentazione specifica. Per questo si possono consultare i siti “valchiavenna.com” o “viaspluga.com”. Si tenga inoltre presente che entrambe le valli sono percorse da servizi autobus: una linea della STPS collega Chiavenna e Madesimo, l’autopostale collega Thusis e Splügen; inoltre, da metà giugno a metà ottobre è attivo un servizio della STPS che collega Chiavenna e Splügen con tre corse giornaliere (per gli orari consultare i siti "stps.it" e "autopostale.ch"). Altre informazioni molto utili si trovano nei siti indicati al termine di questa pagina.
Il periodo migliore in cui percorrere la Via Spluga va da metà giugno a metà ottobre. Prima di giugno ci può essere ancora neve sul versante settentrionale del Passo dello Spluga e la stessa cosa vale per alcuni tratti delle gole che si devono affrontare, sia nel tratto italiano che in quello svizzero.
Un’ultima nota: la carrozzabile ottocentesca che valicava il Passo dello Spluga è diventata la moderna strada percorribile in auto. Inoltre, lungo la valle del Reno Posteriore passa l’autostrada A13 che, in questo tratto, è più propriamente una “semiaustostrada” (c’è una sola corsia in entrambi i sensi di marcia). La Via Spluga, inevitabilmente, le incrocia o le affianca. Questo potrebbe far storcere il naso a qualcuno, ma tutto sommato direi che la presenza di queste opere dell’uomo moderno non impedisce di godere pienamente della bellezza dell’ambiente che si attraversa (che, non dimentichiamolo, è da secoli un ambiente in cui l’uomo abita, lavora e commercia). |
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APPROFONDIMENTI FOTOGRAFICI
Lungo la Via Spluga si incontrano molte testimonianze storiche, culturali e artistiche, oltre ad alcuni fenomeni naturali degni di essere visitati non superficialmente. In questi approfondimenti si potranno trovare, oltre a una significativa scelta di immagini, le notizie e le informazioni relative a quelli che mi sono sembrati (in base alle mie impressioni e a quello che ho letto in proposito) i più interessanti.
Il centro storico di Chiavenna La Collegiata di San Lorenzo e il Museo del Tesoro a Chiavenna Il Mulino Moro di Bottonera e i quartieri della zona orientale di Chiavenna Il Parco Paradiso e il Parco delle Marmitte dei Giganti a Chiavenna I paesi della Val San Giacomo: San Giacomo Filippo I paesi della Val San Giacomo: Lirone e Cimaganda I paesi della Val San Giacomo: Campodolcino I paesi della Val San Giacomo: Isola e Montespluga Il Museo della Via Spluga e della Val San Giacomo a Campodolcino I paesi della Valle del Reno Posteriore (Hinterrhein): Splügen e Sufers I paesi della Valle del Reno Posteriore (Hinterrhein): Andeer I paesi della Valle del Reno Posteriore (Hinterrhein): Clugin, Donath e Zillis La chiesa di San Martino a Zillis
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LINK UTILI e BIBLIOGRAFIA E' il sito "ufficiale" della Via Spluga. E' in quattro lingue (italiano, tedesco, francese, inglese) e contiene informazioni molto utili soprattutto dal punto di vista logistico. E' il sito del Consorzio per la Promozione Turistica della Valchiavenna (in tre lingue: italiano, inglese, tedesco). Sotto la voce "Cosa fare-Cultura" presenta informazioni molto utili per organizzare la visita di Chiavenna e dei punti di interesse che si incontrano lungo il tratto italiano della Via Spluga. E' il sito svizzero di riferimento per la Via Spluga. Sotto la voce "Esperienze" si trovano molte informazioni sia sull'itinerario che sui diversi punti di interesse (periodi e orari di apertura, costi dei biglietti di ingresso). Il sito è in tre lingue: tedesco, italiano e inglese. Sito molto interessante, curato con amore e passione da Dario Monti e Rosalba Franchi. Presenta un vasto repertorio di vie storiche, con particolare attenzione alle vie alpine. Utilissimo da consultare per approfondire la conoscenza degli antichi percorsi seguiti da viaggiatori, pellegrini, soldati e mercanti. Kurt Wanner, VIASPLUGA, Comunità Montana della Valchiavenna, 2001 (edizione italiana) E' la guida "ufficiale" della Via Spluga. Descrive l'itinerario da Thusis a Chiavenna. E' molto ricca di indicazioni di carattere storico e culturale. Contiene anche alcune cartine schematiche, utili per una visione generale dell'itinerario. E' reperibile a Chiavenna e nei principali centri attraversati dal sentiero. Cartina viaSpluga, 1:50.000 E' la cartina "ufficiale" del percorso. Realizzata sulla base delle carte nazionali svizzere, è molto precisa e riporta tutto l'itinerario. In un solo punto mi pare che il tracciato sulla cartina e quello che si segue effettivamente non corrispondano: dopo il Ponticello Traversina, andando verso Thusis, la cartina indica di andare a sinistra, invece si va a destra (segnavia). E' reperibile come la guida di cui sopra. |
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