Abbazia di San Benedetto in Val Perlana(Lombardia - Lario occidentale)
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SCHEDA TECNICA DISLIVELLO: 535 m DURATA: 1,45/2h la salita; 1,30 la discesa DIFFICOLTA': E (T la salita dall'Abbazia dell'Acquafredda) AGGIORNAMENTO RELAZIONE: novembre 2004 (aggiornamento logistico: primavera 2013)
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Val Perlana: un solco stretto, boscoso, selvaggio, che scende dal Monte Calbiga fino al Lago di Como tra Argegno e Menaggio; un angolo forse poco noto (almeno agli escursionisti) delle montagne del Lario Occidentale, un piccolo scrigno che conserva al suo interno una perla preziosa: San Benedetto. Si tratta di una chiesa abbaziale del primo romanico che faceva parte un tempo di un complesso architettonico più ampio del quale rimane ancora qualche traccia. San Benedetto in Val Perlana è un angolo dello spirito. Artisticamente meno importante di San Pietro al Monte di Civate (di cui ho parlato in un’altra pagina del sito), possiede però alcune caratteristiche che la rendono assolutamente degna di una visita. Innanzitutto per l’ambiente: intorno a San Benedetto ci sono soltanto natura e silenzio; la valle, stretta, la isola dal lungolago, con i suoi rumori, la sua confusione, il suo traffico. E poi, anche se all’interno non ci sono i capolavori che rendono famosa la chiesa di San Pietro a Civate, la semplicità delle linee architettoniche, la luce che filtra dalle poche, piccole, finestre, la rustica discrezione degli arredi danno un senso di pace religiosa in cui è bello immergersi anche solo per poco. L’itinerario che propongo è ad anello e naturalmente può essere percorso anche in senso inverso; ritengo comunque che quello proposto sia migliore: la mulattiera acciottolata che sale dall’Abbazia dell’Acquafredda si presta meglio alla salita che alla discesa per via del suo fondo duro. La gita è ideale anche per gruppi familiari con i bambini: in questo caso suggerisco attenzione nel percorrere il tratto che collega San Benedetto al Santuario della Madonna del Soccorso perché in diversi punti il terreno a valle del sentiero è molto ripido (eventualmente si può rifare il percorso dell’andata). Il punto di partenza è Lenno, lungo la strada statale “Regina”, che percorre la sponda occidentale del Lago di Como. Giunti a Lenno (da Como) girare a sinistra in via Silvio Pellico (è la deviazione più evidente dalla statale e ci sono indicazioni per l’Abbazia dell’Acquafredda e per il Santuario della Madonna del Soccorso) e seguirla fin dove essa forma un incrocio a “T” (sul muro che si ha di fronte c’è un evidente cartello giallo con le indicazioni per il Santuario della Madonna del Soccorso e per il Sacro Monte). Seguire a sinistra la via San Rocco e lasciare l’auto al suo termine (m 280 circa - presso un lavatoio c’è un’area dove si può parcheggiare; altri parcheggi si trovano lungo la via Silvio Pellico). Tornati indietro si prosegue lungo la via Silvio Pellico. Al primo bivio si lascia a destra viale Libronico e si prende a sinistra la via degli Alpini seguendola fino all’inizio di una curva da cui si stacca, a destra, l’acciottolato viale Panoramico lungo il quale si sale all’Abbazia dell’Acquafredda (m 329). A sinistra del suo ingresso (cartello giallo) parte l’Antica via di San Benedetto: la strada è dapprima larga, ma quando esce dalle case si trasforma in una sorta di ampia mulattiera acciottolata che percorre il lato sinistro orografico della Val Perlana. La si segue senza alcun problema di orientamento. A m 810 circa si incontra un bivio segnalato: seguire il sentiero principale (indicazione per San Benedetto) che scende ad attraversare il torrente Perlana e risale brevemente alla radura dove sorge l’Abbazia di San Benedetto (m 815 - ore 1,45/2 da Lenno). Il sentiero per tornare si prende al sommo della radura, dove si trova un bivio segnalato: seguire il sentiero che va a sinistra (indicazione per Ossuccio e per il Santuario della Beata Vergine del Soccorso). Il tracciato si abbassa leggermente, traversa (facile) il torrente San Benedetto che qui forma una forra stretta e suggestiva, poi prende a scendere più ripidamente; a quota 540 m circa il sentiero traversa il fondo della Val Chisoia (guado facile e spesso secco) e, divenuto quasi pianeggiante, arriva alle case di Preda (m 520), poste in bella posizione. Divenuto una stradina col fondo in cemento, scende ripidamente al sottostante santuario della Beata Vergine del Soccorso (m 419), che merita una visita. Si imbocca quindi il viale acciottolato del Sacro Monte e si scende passando davanti alle diverse cappelle. Giunti alla quarta cappella, si piega decisamente a sinistra e, passando davanti alle ultime tre, si arriva al ponte sul torrente Perlana. Una breve risalita riporta in via San Rocco, proprio dove si è lasciata la macchina (ore 1,30). ORARI (aggiornati alla primavera 2013): L’Abbazia di San Benedetto purtroppo non è sempre aperta. Attualmente viene aperta solo il giorno 1 maggio (tempo permettendo), in occasione della tradizionale festa dei comuni di Lenno e Ossuccio, e il giorno 11 luglio, festa di San Benedetto secondo il nuovo calendario di rito romano. Dovrebbe però essere possibile ottenere le chiavi presso la parrocchia di Ossuccio, presso cui è però opportuno informarsi preventivamente. Il Santuario della Beata Vergine del Soccorso apre invece tutti i giorni dalle 7,30 alle 19. LA CHIESA E IL MONASTERO Le origini dell’Abbazia di San Benedetto in Val Perlana non sono ben definite; certo vanno collocate all’inizio del secondo millennio, in una fase di straordinario sviluppo della vita monastica in Occidente. Probabilmente fu costruita tra il 1050 e il 1075 presso una sorgente che esiste ancora oggi, a circa 800 metri di quota, in una zona allora certamente coltivata (oggi, a causa dell’abbandono della montagna, il bosco a ripreso il sopravvento e la valle appare selvaggia e solitaria). Il primo documento giunto fino a noi e che riguarda il monastero è del 1083. La vita dell’abbazia e della sua piccola comunità monastica fu breve e durò appena due secoli. La costruzione dell’Abbazia dell’Acquafredda a Lenno, ben più vicina alle vie di comunicazione lungo il lago di Como, fece probabilmente passare in secondo piano questa abbazia montana. Nel 1298 le sue strutture furono abbandonate dai monaci e subirono un progressivo degrado; a partire dall’Ottocento furono trasformate per usi contadini e pastorali: il chiostro venne abbattuto e alcuni ambienti (come accadde anche altrove) vennero adattati a stalla per gli animali o a rustiche abitazioni per i montanari. Nel 1958, mentre la rovina del monastero continuava inesorabile, la chiesa fu oggetto di un primo restauro, i cui effetti però si esaurirono presto, tanto che negli anni Ottanta il degrado delle strutture era di nuovo grave. La svolta avvenne nel 1985, quando si cominciò davvero a pensare ad un pieno recupero del monastero e della chiesa, non solo strutturale, ma anche culturale e religioso, per restituirgli “la dignità che gli è propria, riportandolo in condizioni tali che sia possibile viverci secondo uno stile ispirato a tradizione monastica, attenti alle ricerche e alle problematiche del nostro tempo”. Queste idee vennero riprese due anni più tardi, quando la rinascita del monastero divenne uno dei punti fondanti della costituzione dell’ “Associazione San Benedetto in Val Perlana”. La rinascita dell’abbazia poté così avere inizio: nel 1989, grazie anche ai contributi dell’Istituto San Paolo e dell’Amministrazione Provinciale di Como, iniziarono i lavori di recupero del corpo centrale dei fabbricati. Nel 1993 venne rifatta la copertura della chiesa e si iniziò a sistemare gli interni dell’edificio centrale recuperato. Nel 1997 venne completato il recupero della chiesa, con la sistemazione dell’interno grazie anche ad arredi ispirati alla severa semplicità dello stile romanico, creando un luogo di grande suggestione spirituale, un autentico “luogo dello spirito”. Purtroppo però, l' "Associazione San Benedetto in Vasl Perlana" si è sciolta nel 2011 e quindi, attualmente, la situazione è in una fase di stallo che si spera possa essere presto superata.
Per approfondire la conoscenza: Chiesa di San Benedetto: l’esterno Chiesa di San Benedetto: l’interno Sacro Monte di Ossuccio e Santuario della Beata Vergine del Soccorso NOTA: le informazioni e la citazione riportate in questa pagina sono state ricavate dall'opuscolo SAN BENEDETTO IN VAL PERLANA (ristampato nel 2004), edito dall'Associazione San Benedetto in Val Perlana. |
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